Voglio che ognuno di voi legga questo articolo e ne tragga le dovute considerazioni.
Ieri come tutti sapete si è conclusa la maratona di pesca spinning, la Skeleton Cup, disputata sulle meravigliose coste calabresi.
Come tutti i p
artecipanti
a questo evento ben sanno la condizioni meteo marine erano del tutto
pessime, acqua a volontà, vento mare con onde di 3 metri e chissà che
altro abbiamo patito sulle scogliere e nelle foci battute. Credo che
comunque e nonostante tutto, ognuno di noi abbia dato il massimo
dell’impegno con la sportività e la passione che ci contraddistingue in
questa disciplina. Alla premiazione abbiamo visto elementi di notevole
caratura del tipo Bruno Bobini, Francesco Giordano ed altri di cui non
ricordo il nome e soprattutto tutti e dico tutti gli amici calabresi e
colgo occasione per un saluto particolare al nostro presidente Francesco
Iiritano e al nostro eroe Tommi Nocera che hanno manifestato impegno e
sublimato i principi di gara con entusiasmo e spirito sportivo.
La gara si è svolta nella migliore condizione di impegno e sportività senza conflitti e con il giusto spirito di competizione. Insomma una matura e responsabile partecipazione senza risparmio di forze e con notevoli perdita di ore di sonno. È stato centrato quindi l’obiettivo, questo grazie anche alla collaborazione degli organizzatori che hanno dato un notevole contributo affinchè ciò accadesse.
Finiti i convenevoli veniamo al dunque
Abbiamo detto di una sana competizione sportiva e matura di ben 70 partecipanti, calabresi compresi, oserei dire, sicuro di non sbagliare, 70 uomini di mare . Sto parlando di persone di carattere tutti, ognuno dei quali con il suo bagaglio di conoscenze ed esperienza vissuta su spiagge e corsi d’acqua per almeno una ventina d’anni, affiancati da un’attrezzatura di qualità G.Loomis di cui tutti sanno quanto affidabile e precisa.
Le catture registrate e regolamentari, circa 35 esemplari.
Divertimento tantissimo. Si è dato sfogo alla libertà che è tipica di questa disciplina sportiva, libertà consentita anche da un regolamento di gara che ha dato il massimo nella scelta degli spot e degli artificiali.
Detto questo, per quanto mi compete, voglio fare un’analisi fredda e razionale dell’evento.
35 catture per 70 partecipanti in 7 giorni di pesca a spinning.
Sembra uno scherzo. Invece un risultato ben documentato da foto e video.
Come è possibile, se un’angler come si deve, anche in condizioni pessime ed in una giornata di pesca cattura almeno due prede x 70 per 5 giorni fanno 700 catture
Per comprendere vi racconto una mia giornata di pesca
Sabato 3 novembre, ore 4,00 ci troviamo in pesca sulla foce del fiume Corace. Del nostro Team 3 elementi, altri sopraggiunti sul posto subito dopo, complessivamente un 5 o 6 persone impegnate a pescare adottando le tecniche più disparate. Alle 7,30 ancora niente per nessuno. Mi rompo le palle e cambio spot. Con la macchina mi avvio a Pietra Grande, arrivato li trovo lo scoglio completamente circondato da reti fisse, le cosidette ricciolare, qualcuna parte quasi da riva, complessivamente 500 metri lineari di reti messe perpendicolarmente alla linea di battiggia. In pratica impossibile ma alquanto inutile effettuare dei lanci.
Cambio ancora spot e mi avvio a Montauro dove so che bazzicano i pesci serra ed a volte qualche spigola. È mattina presto ho il sole negli occhi, vedo lo specchio d’acqua e non mi rendo conto se non dopo esser sceso in spiaggia che la menata è la stessa. A circa 20 m dalla battigia partono altri trecento metri di rete questa volta perpendicolari alla spiaggia.
Continuo la mia gita turistica e mi avvio sulla foce del secondo torrente di Montauro ma aimè trovo le medesime condizioni. Così con la filosofia che ci contraddistingue continuo il mio tour e mi avvio a Soverato Trovo la solita fila di canne a riposo e la gente con le braccia incrociate. Davanti a noi una barca che raccoglie i rizzilli, anche qui come per gli altri spot visitati, i pescatori cacciano dalle reti qualche tonnetto di dimensioni insignificanti.
Vado via e arrivo sulla foce del fiume Ancinale per trovare i rizzili poco più distanti ma diciamo una cinquantina di metri, per via non certo del rispetto dell’ambiente, ma solo perché per le pioggie del giorno prima il fiume entrava con forza e quindi era impossibile sistemare le reti più avanti.
Così decido di tornare indietro e di tentare per qualche leccia alla punta di Copanello ma nada de nada. Sempre e comunque la solita storia.
Intanto mi dicono che durante la notte nel porto di Catanzaro Lido era stata fatta la battitura e che avevano cacciato un novantina di chili di serrotti, barracudini e luzzetti.
Dimenticavo di dire che l’imboccatura del porto di Catanzaro Lido, da mesi o da anni memorabili è chiuso da un rizzillo
Dimenticavo di dire, per quanto questa cosa sia terribile e inaccettabile, che almeno l’80% delle reti fisse piazzate parallelamente alle spiagge calabresi, non sono di proprietà di pescatori professionali, che avrebbero una buona ragione per farlo, ma di privati cosiddetti amatori.
Vogliamo tirare i conti?
L’unica verità assoluta e che il nostro mare sta morendo, ma non per colpa dello spinner o del pescatore da terra, ma del sopruso e la violenza che viene giornalmente perpetrata nei confronti degli equilibri ittici.
Il risultato? A questo punto più che giusto.
Lascio a voi le dovute considerazioni e vi aspetto per la prossima tornata di gara il novembre prossimo.
La gara si è svolta nella migliore condizione di impegno e sportività senza conflitti e con il giusto spirito di competizione. Insomma una matura e responsabile partecipazione senza risparmio di forze e con notevoli perdita di ore di sonno. È stato centrato quindi l’obiettivo, questo grazie anche alla collaborazione degli organizzatori che hanno dato un notevole contributo affinchè ciò accadesse.
Finiti i convenevoli veniamo al dunque
Abbiamo detto di una sana competizione sportiva e matura di ben 70 partecipanti, calabresi compresi, oserei dire, sicuro di non sbagliare, 70 uomini di mare . Sto parlando di persone di carattere tutti, ognuno dei quali con il suo bagaglio di conoscenze ed esperienza vissuta su spiagge e corsi d’acqua per almeno una ventina d’anni, affiancati da un’attrezzatura di qualità G.Loomis di cui tutti sanno quanto affidabile e precisa.
Le catture registrate e regolamentari, circa 35 esemplari.
Divertimento tantissimo. Si è dato sfogo alla libertà che è tipica di questa disciplina sportiva, libertà consentita anche da un regolamento di gara che ha dato il massimo nella scelta degli spot e degli artificiali.
Detto questo, per quanto mi compete, voglio fare un’analisi fredda e razionale dell’evento.
35 catture per 70 partecipanti in 7 giorni di pesca a spinning.
Sembra uno scherzo. Invece un risultato ben documentato da foto e video.
Come è possibile, se un’angler come si deve, anche in condizioni pessime ed in una giornata di pesca cattura almeno due prede x 70 per 5 giorni fanno 700 catture
Per comprendere vi racconto una mia giornata di pesca
Sabato 3 novembre, ore 4,00 ci troviamo in pesca sulla foce del fiume Corace. Del nostro Team 3 elementi, altri sopraggiunti sul posto subito dopo, complessivamente un 5 o 6 persone impegnate a pescare adottando le tecniche più disparate. Alle 7,30 ancora niente per nessuno. Mi rompo le palle e cambio spot. Con la macchina mi avvio a Pietra Grande, arrivato li trovo lo scoglio completamente circondato da reti fisse, le cosidette ricciolare, qualcuna parte quasi da riva, complessivamente 500 metri lineari di reti messe perpendicolarmente alla linea di battiggia. In pratica impossibile ma alquanto inutile effettuare dei lanci.
Cambio ancora spot e mi avvio a Montauro dove so che bazzicano i pesci serra ed a volte qualche spigola. È mattina presto ho il sole negli occhi, vedo lo specchio d’acqua e non mi rendo conto se non dopo esser sceso in spiaggia che la menata è la stessa. A circa 20 m dalla battigia partono altri trecento metri di rete questa volta perpendicolari alla spiaggia.
Continuo la mia gita turistica e mi avvio sulla foce del secondo torrente di Montauro ma aimè trovo le medesime condizioni. Così con la filosofia che ci contraddistingue continuo il mio tour e mi avvio a Soverato Trovo la solita fila di canne a riposo e la gente con le braccia incrociate. Davanti a noi una barca che raccoglie i rizzilli, anche qui come per gli altri spot visitati, i pescatori cacciano dalle reti qualche tonnetto di dimensioni insignificanti.
Vado via e arrivo sulla foce del fiume Ancinale per trovare i rizzili poco più distanti ma diciamo una cinquantina di metri, per via non certo del rispetto dell’ambiente, ma solo perché per le pioggie del giorno prima il fiume entrava con forza e quindi era impossibile sistemare le reti più avanti.
Così decido di tornare indietro e di tentare per qualche leccia alla punta di Copanello ma nada de nada. Sempre e comunque la solita storia.
Intanto mi dicono che durante la notte nel porto di Catanzaro Lido era stata fatta la battitura e che avevano cacciato un novantina di chili di serrotti, barracudini e luzzetti.
Dimenticavo di dire che l’imboccatura del porto di Catanzaro Lido, da mesi o da anni memorabili è chiuso da un rizzillo
Dimenticavo di dire, per quanto questa cosa sia terribile e inaccettabile, che almeno l’80% delle reti fisse piazzate parallelamente alle spiagge calabresi, non sono di proprietà di pescatori professionali, che avrebbero una buona ragione per farlo, ma di privati cosiddetti amatori.
Vogliamo tirare i conti?
L’unica verità assoluta e che il nostro mare sta morendo, ma non per colpa dello spinner o del pescatore da terra, ma del sopruso e la violenza che viene giornalmente perpetrata nei confronti degli equilibri ittici.
Il risultato? A questo punto più che giusto.
Lascio a voi le dovute considerazioni e vi aspetto per la prossima tornata di gara il novembre prossimo.
Di Antonio Vonella Socio del Team Passione Spinning Catanzaro
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