Quando e quanto la pesca può risultare dannosa per l’intero ecosistema !!!!
Salve ragazzi, il mio primo articolo sul nostro blog Passione Spinning Calabria, riguarda un fatto per me molto importante, in quanto, essendo laureando in tossicologia dell’ambiente è mia premura spiegarvi alcune piccole cose riguardanti il nostro mare e come i nostri “amici pescatori” ogni giorno lo inquinano e degradano a volte ingenuamente altre consapevolmente…
Occorrono da due a quattro settimane perché un biglietto d'autobus si dissolva in mare; sei mesi per un mozzicone di sigaretta, da cento a mille anni per una bottiglia di plastica, da 200 a 500 anni per una in alluminio e cento per una in ferro. Dei sei milioni di oggetti che si stima siano gettati ogni giorno nel nostro mare, dal 60 al 90% sono di plastica. La circolazione delle correnti in Mediterraneo fa sì che il nostro mare abbia un ricambio d'acqua con l'Oceano Atlantico molto lento, da 70 a 100 anni; ogni oggetto gettato nel nostro mare quindi vi rimane per un tempo lunghissimo. Reti da pesca, plastica, rifiuti di ogni genere vengono abbandonati ogni giorno e sono disseminati in aree sempre più vaste dei fondali, provocando una crescente forma di degrado degli ecosistemi marini costieri e di mare aperto. Anche lungo i fondali del tirreno e dello ionio si ritrovano talvolta attrezzature di pesca (reti, plastica ecc.) che costituiscono una fonte di degrado, inquinamento e costante minaccia per la vita degli organismi marini. I rischi per l’ambiente marino sono molteplici:
Danni ad organismi sessili
Il principale danno al’ambiente è dato dalle modifiche dei substrati sui quale reti, lenze o rifiuti rimangono impigliate. Nel caso di organismi sessili come le gorgonie, ad esempio, il tessuto vivente viene inciso e danneggiato lasciando scoperte ampie porzioni dei rami che possono essere così velocemente colonizzati e ricoperti da altri organismi, indebolendo progressivamente le colonie. Nel caso di reti impigliate e abbandonate a profondità non elevate, inoltre, la copertura algale che si forma su di esse, con il tempo può determinare una barriera alla penetrazione della luce causando la scomparsa delle specie più sensibili. Una rete che poggia su una secca oltre ad ostacolare le specie che trovano riparano in tane (es. cernie, murene, scorfani, ecc) con il tempo determina anche la desertificazione dei fondali interessati raschiando e danneggiando il fondo mentre viene trascinata dalle correnti . A questo bisogna aggiungere che le reti abbandonate spesso continuano a “pescare”, imprigionando predatori che tentano di trovare tra le maglie facili prede. Anche per l’uomo, infine, le reti abbandonate possono essere pericolose, specie in zone frequentate dai subacquei, come le zone costiere calabresi, che possono rimanere intrappolati.
Danni ad organismi nectonici
Le reti abbandonate possono intrappolare cetacei e tartarughe marine che muoiono per soffocamento e per annegamento, non potendo tornare in superficie a respirare. Anche grossi pesci come tonni, squali, pesci spada ma anche molluschi, come polpi e seppie e molti crostacei rimangono intrappolati e muoiono inutilmente non essendo l’oggetto della pesca.
Ci sarebbero milioni di cose da dire in merito, ma per non annoiarvi molto mi sono limitato a descrivere le cose più importanti per noi pescatori sportivi, i dati sono allarmanti!!!! Vi posso assicurare che soltanto nel nostro mare ci sono, oltre ai rifiuti sopra citati, rifiuti tossici, barili contenenti milioni e milioni di sostanze tossiche e radioattive, frutto della sporca attività mafiosa e degradante del nostro territorio. In conclusione ragazzi, questo è quello che oggigiorno stiamo vivendo sulle nostre coste ed è davvero difficile dover ammettere che il nostro ecosistema si sta lentamente spegnendo, i pesci e i crostacei che un tempo abbondavano nei nostri mari, stanno andando via via morendo ed estinguendosi, e soltanto la nostra generazione può capire e fare qualcosa di davvero sostanziale e importante per il nostro mare, perché io, e spero anche voi, sogno un mondo migliore. I nostri figli hanno diritto un giorno di poter conoscere le nostre amatissime prede… le parole: SPIGOLA, SERRA, BARRA e quant’altro non devono doverle leggere solo su libri o vederle attraverso le nostre foto o vecchi documentari, hanno il DIRITTO di poterle vedere e toccare con mano, devono poter assaporare il gusto della VITTORIA pescando l’ambitissima LECCIA AMIA, oppure conoscere la sconfitta di una slamata o di un cappotto!!! Devono capire quanto importante sia il nostro sport (lo spinning) e la sua filosofia del C&R, non solo attraverso le nostre parole e le nostre avventure, ma vivere le proprie esperienze e le proprie avventure… lo spero… e farò di tutto perché ciò accada… e voi ?
Grazie per la cortese attenzione
Passione Spinning Calabria
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