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Lo Spinning e La Spigola



                      




Introduzione, a cura di Antonio Vonella -  Passione Spinning Calabria

Cari lettori e amici, l’articolo che vi viene proposto assume un impegno di importanza notevole per l’approccio tecnico e magistrale che compete ad ogni singolo frequentatore delle costiere ed ogni pescatore sportivo che ha come obiettivo la pesca della Regina del mediterraneo, la Spigola.

 

In questa occasione e per rendere ancora più interessante ed esaustivo l’argomento da trattare, data anche l’estrema complessità, si fonderanno le conoscenze e i punti di vista derivanti da una collaborazione tra il TEAM PASSIONE SPINNING CALABRIA e PLANETSPIN.
Data la complessità dell’argomento bisogna fare una premessa importante per sottolineare ai neofiti che andranno a leggere l’articolo ed il cui obiettivo è la cattura della regina, che cosa è lo spinning e cosa lo contraddistingue dalle altre tecniche di pesca, ma soprattutto come ci si approccia a questa disciplina.
Ognuno di noi ha una storia di pesca, con metodi diversificati, che ci hanno inevitabilmente portato a conoscere abitudini, gusti e caratteristiche dei predatori, nonché dei metodi di sopravvivenza e pascolo del pesce cosiddetto “foraggio”.

Ormai sappiamo tutti riconoscere un habitat marino, sappiamo benissimo cosa ci si può aspettare in una giornata di pesca, i percorsi e le abitudini delle specie autoctone, la fauna e la flora presenti.
Tutto questo ha arricchito il nostro bagaglio di nozioni a carattere universale, quindi parlare di spinning, significa innanzitutto mettere in atto le conoscenze acquisite negli anni e sublimate poi nell’affinamento della nostra tecnica.
Nello spinning, la contraddizione che spesso non viene percepita, sta nel fatto che il pescatore, che dovrebbe essere il predatore, non lo è finché il pesce non attacca la sua esca, allora rappresenta la preda. Pertanto, meglio l’angler (il pescatore) riesce a rappresentarla, a dargli vitalità tramite canna, mulinello e filo, nelle sue più complesse sfaccettature, più diventa appetibile il  boccone proposto.
Solo dopo l’attacco e la conseguente allamata lo spinner (il pescatore) diventa predatore.
Da queste considerazioni si evince che le caratteristiche che deve avere uno spinner sono fondamentalmente due:
  • saper scegliere il tipo di artificiale in base alle caratteristiche dello spot, del pesce foraggio presente in quel momento e di conseguenza movimentare l’esca, adottando la giusta tecnica di recupero, per dargli un aspetto credibile;
  • Secondo e altrettanto importante aspetto, è rappresentato dalla scelta dell’attrezzatura che deve essere adeguata alla stazza e caratteristica preda attesa. 



Da questo principio scaturisce l’estrema complessità della disciplina e la necessaria conoscenza sia del pesce foraggio, del predatore, ma sopratutto dell’attrezzatura da pesca e dei modelli di esche artificiali da adoperare.
Lo spinner sa benissimo per esperienza pregressa e personalmente vissuta sugli spot di pesca, quale habitat predilige  la Spigola e come essa si approccia nel catturare la preda, come la sceglie ed il motivo che la spinge a preferire un tipo di artificiale o un particolare tipo di recupero invece che un altro.
E’ inutile nascondersi sulla complessità estrema, in quanto, la difficoltà di cattura della regina è amplificata dal suo carattere schivo e particolarmente difficile da gestire per chiunque si trova al di fuori del suo ambiente naturale e pertanto obbligato ad immaginare situazioni e percorsi del fondale, canaloni e variazioni di quota della batimetrica, zone particolarmente preferite dalla Regina in caccia.


  
Spigola: amore,odio e… fortuna, a cura di Luigi Planetspin 

Dopo questa bellissima introduzione realizzata da Antonio, ma anche per staccare dalla parte tecnica che seguirà, ci terrei a dare alcune di quelle che sono le mie opinioni personali sullo “Spinning alla Spigola”, scaturite in parte, dal mio modo di vivere ed affrontare questa sfida a tratti avvincente ed entusiasmante, ma molto spesso snervante e di difficile interpretazione.
Sono sempre stato convinto che per riuscire a catturare in modo costante, serva una costanza nelle uscite.
C’è bisogno di dedicare tempo sia allo studio dei fattori che ampliano le possibilità di avere un incontro ravvicinato con il predatore, ma allo stesso modo serve tempo per riuscire ad interpretare i passi che portano allo strike: il perfetto mix di condizioni meteo marine, gli orari, la giusta attrezzatura, l’esca artificiale ed il tipo di recupero corretti. Tutto vero, si… almeno in parte, ma forse non sempre.
Perché può succedere che proprio quando si è sicuri di una cosa, capita l’esatto contrario, l’eccezione che conferma la regola, il colpo di fortuna.




  Non mi è mai piaciuto dedicare importanza al fattore “culo” (permettetemi il termine), forse anche perché non mi appartiene più di tanto, ma nella pesca e soprattutto in questo caso specifico, alla Spigola, dove è vero tutto e il contrario di tutto, una buona dose di fortuna è l’elemento che può fare la differenza.
Potrei raccontarvi tanti aneddoti tramandati da pescatore a pescatore; le varie leggende di cui si vocifera sui vari spot di pesca, potrei anche dire quello che ho visto con i miei occhi, ma credo che alla base ci sia una unica causa: la lunaticità di questa specie.
A complicare il tutto, si ci mette anche la grande diminuzione della presenza (in termini di numeri) di esemplari lungo le nostre coste.
Anche i pescatori che hanno seguito passo passo lo svilupparsi ed il diffondersi di questa tecnica dagli inizi (anni 70/80), citano di un grande calo di catture rispetto agli anni scorsi… e purtroppo si va sempre peggio. Le cause possono essere varie, ma di questo argomento se potrà parlare in altro contesto, per non allargare troppo il discorso. 


La lunaticità di questo predatore accoppiata al lanciare la nostra esca nel posto giusto, nel momento giusto (chiamiamolo senso dell’acqua), può far diventare una giornata di pesca qualsiasi, una pescata indimenticabile, facendoci accarezzare i colori argento vivo di una bellissima Spigola, ricercata per tanto tanto tempo. Una cattura arrivata, magari, proprio nel momento in cui stavamo quasi per soccombere, rassegnati all’ennesimo cappotto.
Dopotutto se fosse troppo semplice, questo gioco chiamato Spinning, sarebbe poco attraente e scontato, perdendo quel fascino che lo contraddistingue dalle altre tecniche di pesca e che in una piramide ideale è posto quasi al vertice, preceduto solo dalla nobile arte della pesca a mosca.

Anche per questo, mi sento di dare un consiglio spassionato a tutti i ragazzi che ostentano tecnicismi teorici da ogni poro della pelle e che passano ore ed ore a studiare forum, siti internet, schede tecniche, canne, tipi di recupero ed artificiali “filosofali”: la pesca è bella, ma deve essere un buon compromesso tra tecnica, teoria e soprattutto pratica! La pesca a Spinning è equilibrio.
Ho capito che quello che non succede in anni di pesca, può succedere in un ora, e per questo fate uscite più frequenti, vi divertirete di più con meno teoria e meno tecnica.

Ho voluto spendere qualche parola su un predatore come la Spigola che si fa amare e odiare per la  difficoltà nel poterlo incontrare, ma che nonostante tutto è una delle prede da sempre più ambita e pregiata per gli anglers italiani… e mi fa piacere credere che prima o poi la fortuna arriva per tutti, come una ruota che gira, forse proprio domani toccherà a noi. Credeteci sempre, ad ogni lancio, questo dovrebbe essere il credo di ogni “spinner” che si possa definire tale.



La Spigola: approccio e tecnica a cura di Francesco Iiritano - Passione Spinning Calabria


L’approccio e tecnica  su questo tipo di pesca, come già emerso,  risulta estremamente complesso, considerato il carattere sospettoso del predatore, da ciò è sconsigliabile per chiunque non sottovalutare questo aspetto
La Spigola infatti è suscettibile a qualsiasi rumore e disturbo esterno, dunque fondamentale  un corretto comportamento in pesca, il silenzio è d’obbligo,  pertanto quando si arriva in foce è consigliabile  lanciare da riva evitando finanche il contatto con l’acqua, appunto per evitare di mettere in allarme il predatore.
Quando si arriva sugli spot, per pescare con successo è doveroso studiare e capire le abitudini della Spigola che cambiano da zona a zona e nelle diverse ore della giornata. Da non sottovalutare  l’andamento della corrente.
Bisogna capire bene se è presente del pesce foraggio e in che dimensioni si presenta, quindi la prima esca sarà scelta e servirà unicamente a stabilire una giusta modalità di recupero definita movimento e artificiale di presentazione. La fase successiva è quella della ricerca, che verrà attuata tramite un artificiale che ben si presta a questo tipo di recupero




L’esca di presentazione talvolta è più importante dell’artificiale stesso in quanto rappresenta suoni e vibrazioni percepiti dal predatore attraverso la linea laterale. 
Quando ci troviamo in situazioni di apatia del pesce , quindi quando esso è in attesa di cogliere l’agguato, l’unica possibilità è quella di eseguire lanci precisi, preferibilmente,  nelle buche, vicino agli scogli affioranti, dietro la risacca, e nelle foci,  lanciare in prossimità dei punti in cui il fiume entra con maggiore vigore.
Possiamo dire che, in situazioni di mare calmo, la caduta in acqua dell’artificiale deve essere il più silenzioso possibile, e non solo, un artificiale che fa troppo rumore in fase di recupero potrebbe insospettire il predatore, di conseguenza in fase di recupero  si consiglia di usare artificiali “silent” ovvero senza rattling, abbastanza palettati, che scendono giù eseguendo vari movimenti anche ad esca ferma.
Questo per quanto riguarda “l’hard bait”.
Per quanto riguarda il “soft bait” il discorso diventa più complesso; possiamo affermare che i migliori siliconici sono quelli che si avvicinano alla silhouette dell’anguilla, salvo in condizione di corrente sostenuta, in cui le forme di tipo “Senko” offrono maggiore tenuta e manovrabilità, in tal caso andremo ad usare siliconici con lunghezze che variano da 4-9 pollici ed  optiamo per varie imitazioni in silicone tipo anguilline, vermoni , grub. 



     I tipi di montature consigliate sono fondamentalmente tre:


  Texas Rig  con piombi a proiettile da 1/8 oz fino ad ¼ di oncia, se vogliamo che i nostri artificiali soft vadano piu’ a fondo, ottimi da utilizzare alle foci dei fiumi;



o   per tenerli in superficie utilizzeremo la montatura  weightless ossia senza peso, usando la tecnica del finesse;



 o   altro sistema di montaggio parliamo del Carolina Rig questo ci permette di sondare acque aperte libere da ostacoli , quindi sondando il fondo come ad esempio le zone portuali, svolgendo una pesca di ricerca .Questo innesco si realizza con un piombo a proiettile sulla lenza bloccato con una girella a circa 40-60 centimetri dal siliconico con sistema antialga . Per un innesco antialga , la punta dell’amo dovra’  essere inserita leggermente nella gomma.
 Per animare al meglio queste esche  recuperiamole con frequenti richiami del cimino.
Possiamo dire che la misura dell’esca non seleziona sempre la taglia della preda in maniera proporzionale, infatti, 
 spesso si catturano piccoli esemplari con i vermoni più lunghi e viceversa.




Utilizzando un artificiale più piccolo, si ha maggiore possibilità che non venga focalizzato dal nostro amato predatore, rendendolo dunque meno sospettoso.
Tuttavia è consigliabile di non concentrarsi troppo su questo aspetto; anche perché nella pesca tutto è prevedibile! Si parla di combinazioni nate da esperienze, in quanto quando entrano in scena le condizioni di luce, trasparenza dell’acqua e movimento dello stesso artificiale tutto cambia! Entrando nei dettagli si può dire che  regolarmente useremo tonalità scure in acque velate; mentre si useranno tonalità naturali in acque limpide .

Il ruolo principale è il movimento impresso all’esca, dunque entra in gioco il famoso “manico” del pescatore ; infatti nella pesca la sensibilità è una cosa fondamentale o meglio determinante. Lo stesso artificiale lavorato in modi diversi ottiene risultati opposti

                                                           
                                                     Attrezzatura
Lo Spinning per la Spigola richiede alcune canne specifiche; tuttavia in commercio esiste un’ampia gamma,  visto che useremo sia esche dure che in silicone dovremo scegliere un attrezzatura che ci consente di manovrare entrambi seguendo queste caratteristiche:
            1)    Ampio modulo di carbonio, per percepire anche le più piccole vibrazioni . L’eventuale abboccata del pesce si annuncia con piccoli colpettini;
             2)    Rapidità dell’azione, per imprimere la ferrata potente per far entrare le nostre ancorette bene nella bocca del pesce o per  far uscire l’amo che generalmente sarà innescato ad antialga;
             3)  Lunghezza, che può variare da 6’6’ fino a un max di 7’piedi con una taratura da 5/8 ad 1 oz. Meglio monopezzo ad azione di punta che possono gestire bene sia gomme che artificiali rigidi.
Alcune canne da me predilette sono le Canne G.loomis, come la serie nrx, leggerezza e sensibilità spaventose; da non sottovalutare la Labrax (Seaspin).
Io personalmente possiedo la sjr imx 783 5/8, che è il giusto compromesso per pescare in tutte le situazioni.
Per quanto riguarda i mulinelli non abbiamo esigenze particolari, se non di leggerezza per rendere la canna uno strumento di ottimo bilanciamento e migliorando il movimento dell’esca, stancando il meno possibile i nostri arti e rendendo più piacevoli le nostre battute di pesca.
Sono da preferire mulinelli di taglia 2500 -3000 opteremo per daiwa o shimano ,con un recupero da 4:8.1 quindi lento , imbobinati con un trecciato da 12/16 lb questo anche per esigenze di distanza in lancio e tenuta ,abbinato con uno finale fluoro carbon  di max 1 m  di pari tenuta.

                                                       Conclusioni
La spigola è la preda ambita da ogni pescatore e spinner in quanto essa predatore eccelso di grande bellezza, di estrema complessità nella cattura, di carattere estremamente volubile, astuta, con sensi molto sviluppati, grande cacciatrice che però diventa preda nel nostro caso. Nonostante le sue carni siano fra le migliori in assoluto dobbiamo però rendere merito alla sua regalità, alla sua fierezza e pertanto il rispetto prima di tutto per gli habitat a cui lei appartiene ma dare proprio il merito a lei che degli habitat è la REGINA 
 Nel massimo rispetto della sportività e rispetto verso la natura, mostriamo anche questo video sul C.& R. (rilascio) della preda


                                 Team Passione Spinning e Planetspin




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4 commenti:

  1. Voglio fare i complimenti a tutti voi per la scrittura di questo articolo dedicato alla Spigola.
    Utilissimo per tutti coloro che si accingono alla cattura della famosa Regina .
    Bravi e complimenti per l"ottimo lavoro che avete svolto in collaborazione con l'amico Luigi.
    Tonino Russo

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    1. Grazie di cuore Tonino,no scriviamo in base alle nostre esperienze...

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  2. La gloomix e6x 902 xf come la vedi per la spigola? Grazie Ciao

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