Prima ancora di descrivere le tecniche e i modi per insidiare questa specie bisogna fare delle precisazioni che ritengo necessarie, in quanto noto che, spesso sugli spot di pesca ancora per qualcuno non si sia chiara la differenza sostanziale che passa tra il luccio di mare e il barracuda.
Sarà un giudizio di merito in quanto esso necessario per capire come l’azione di pesca debba essere portata avanti al fine di poter effettuare le catture.
Luccio di mare

Come si può facilmente notare dalla foto la sua livrea è caratterizzata da un colore bruno con qualche piccola striatura sul dorso ma sempre e comunque nelle tipiche sfumature del marrone.
Barracuda
Ecco invece il nostro amato barracuda nella sua immagine di predatore sconsiderato, velocissimo e scattante negli attacchi nonché abile bandito dei mari leggendario per il saper tendere agguati.
Dalla foto si comprende subito la differenza tra il luccio ed il barracuda, intanto per la diversa colorazione che ha quest’ultimo rispetto al luccio.
Come si può ben notare esso ha maggiori contrasti, le striature molto ben definite, la colorazione che si sposta sulle tonalità del grigio.
Un altro aspetto che si può cogliere per distingure la differenza tra le due specie è legata alle dimensioni, in quanto il primo non supera quasi mai il mezzo metro ed i due chili di peso mentre il secondo può facilmente raggiungere misure ragguardevoli pari a 1,50 m e pesare fino a 10 kg ,inoltre il barracuda si differenzia dal luccio per avere il preopercolo privo di squame
Entrambi sono pesci la cui origine non è propria delle nostre coste, anche se poi inseriti e migrati nel mediterraneo hanno qui trovato il loro habitat e modi e luoghi idonei per la riproduzione.
È facile quindi imbattersi, nelle nostre battute di pesca, in queste specie, che ormai possiamo affermare tranquillamente facciano parte dello status del mediterraneo.
La caratteristica principale di questi pesci, dettata dalla natura di eccellenti predatori, è l’estrema aggressività, pertanto predisposti alle catture per via della loro sicurezza, in quanto lontani e rari da immaginare predazione nei loro confronti.
Sia l’una che l’altra specie quando sono in caccia attaccano qualsiasi cosa si muove a prescindere dalle dimensioni della preda e dalla colorazione.
Per una buona azione di pesca bisogna però tenere conto di determinate caratteristiche che deve possedere lo spot e di come si debba di conseguenza organizzare la battuta in funzione dell’habitat delle conseguenti quote batimetriche e condizioni morfologiche del fondale marino.
Il barracuda è’ raro trovarlo lungo le coste e in bassi fondali e sembra scacciato dalle rive dal rumore e dalla confusione che evidentemente non gli sono congeniali, mentre pare prediligere i grandi spazi liquidi e profondità impegnative.
Le pareti rocciose che precipitano nel blu gli piacciono da matti, perché gli permettono di appostarsi all’ombra in attesa che qualche ignaro branco di Acciughe, di Boghe o di Occhiate passi nel suo raggio di azione. La tecnica di attacco assomiglia un po’ a quella del Dentice. Il corsaro attende immoto il momento opportuno e poi si scaglia come una freccia in mezzo al branco di pescetti con la bocca spalancata, mettendo più vittime che può.
Anche i prati di posidonie gli vanno bene, ma solo se queste finiscono nella sabbia a profondità notevoli e in zone di passaggio. Quando è in perlustrazione, il predone può essere avvistato a mezz’acqua mentre nuota pigramente guardandosi intorno.
Quindi le scogliere che scendono a picco ricche di anfratti e canaloni sono un ottimo spot di pesca ed un fondale con queste caratteristiche ci rende alquanto probabile la cattura.
Gli orari migliori sono ovviamene alba e tramonto, quindi i cambi di luce, ma non si esclude la presenza del predatore anche in ore inconsuete nelle quali però diminuisce sensibilmente l’attività predatoria o del tutto risulta assente. Pertanto se non si ha la fortuna di raggiungere il posto nelle tarde ore serali o di prima mattina si può tentare lanciando la nostra esca sulla parte di scogliera in ombra dove la probabilità di trovarlo è maggiore.
Anche le giornate particolarmente coperte con nuvole spesse e luce poco diffusa possono comunque dare un valido contributo a stimolare l’attività del barracuda.
Prima di ogni cosa, quando si raggiunge lo spot di pesca bisogna osservare le caratteristiche del mare e le varie correnti che si intersecano negli scogli. Il predatore infatti predilige sempre e comunque quei punti dove si intersecano le correnti superficiali e si creano le cosidette turbolenze. In tali punti l’acqua è ricca di ossigeno e per tal motivo scelta come momento di ristoro da tutte le specie, compreso il pesce foraggio il quale lo si trova intento a sopperire alle sue abitudini alimentari perchè passaggio di frammenti di alga e depositi vari del fondale marino che vengono in sospensione.
In tali punti il pesce foraggio si ferma per alimentarsi e inoltre trova maggiori difficoltà di movimento perché sbatacchiato dalla corrente marina e dalle risacche e quindi diventa una più facile preda.
Attrezzature
Per la pesca al Barracuda è necessario possedere una buona e resistente attrezzatura che possa sopportare le trazioni impresse dal pesce che anche nelle catture di media importanza supera il kg di peso e la lunghezza di 60 – 70 cm.
Quindi una canna con azione medio-alta e un trecciato importante con una buona resistenza all’abrasione essendo quest’ultima necessaria per il frequente dimenarsi del pesce che spesso porta la lenza sugli scogli.
La canna da pesca, date le dimensioni e la forza importanti delle pesce dovrà avere una potenza di lancio di almeno 30 g ed un’azione rigida.
Artificiali
Bisogna innanzitutto capire quali sono le prede usuali che frequentano lo spot di pesca e comprendernei i movimenti e la localizzazione. Altro aspetto importante e carpire i movimenti nonché la reattività e l’agitazione del pesce foraggio come testimonianza della presenza di predatori e in generale predazione.
Se i branchi di pesce dimostrano molta staticità allora sarà impensabile che ci sia presenza del barracuda o di qualsiasi altro predatore, inoltre se si nota la presenza di pesci serra, questo esclude la possibilità che siano compresenti i barracuda in quanto essi spesso vittime di predazione da parte del serra. In tal caso se non del tutto assenti risulterebbero intanati e protetti (come si suol dire impietrati).
Pensare di indurli ad uscire dalla loro nicchia è alquanto improbabile perché ci vorrebbe un motivo valido per rischiare la vita non ricercabile nell’alimentazione, azione che verrà facilmente rimandata dal barracuda a momenti migliori.
1)Nel caso in cui le condizioni dimostrano presenza di attività allora si consiglia di scegliere
se il pesce foraggio è costituito da branchi di aguglie, un artificiale long, un minnow di lunghezza minima pari a 170 e una colorazione naturale con strisce e frequenti cambi netti di cromatura che risaltino sulla livrea.
2)Se lo spot è frequentato da cefalotti o salpette o occhiate allora bisognera' necessariamente ridimensionare il minnow e ricercare tra le esche quella che più per forma dimensione e movimento si avvicini ad un cefalo.
Si consigliano minnow della misura che parte dai 100 ai 150 max con colorazione bianca o sul grigio scuro.
Si consiglia di armare il minnow con ancorette resistenti e a gambo lungo per aumentare l’oscillazione in quanto l’attacco del barracuda il più delle volte è laterale e pertanto una oscillazione maggiore permette un sicuro aggancio.
Molto efficaci risultano i minnow lunghi con livrea zebrata in quanto somiglianti ad un barracuda che in alcuni casi potrebbe essere avvicinato, nei periodi di frega, per motivi di territorialità, e il predatore inevitabilmente agganciato durante la gercata. Spesso nelle giornate limpide con mare trasparente si può notare come l’artificiale viaggia accompagnato da due tre barracuda che lo affiancano non a scopo alimentare ma solo per allontanarlo dal territorio di frega, in tal caso la cattura potrà avvenire solo gercando con molta frequenza e in maniera decisa.
Recupero dell’artificiale
Il recupero che risulta irresistibile per un barracuda è lento con lo stop end go, effettuato con strappate frequenti e gercate altrettanto ravvicinate. In tal modo si ravvisa estrema attività del pesce che dapprima, per via della sua linea laterale, sviluppata su tutta la lunghezza, che come sappiamo è notevole, percepisce il movimento dell’artificiale e il rumore inconsueto prodotto dalle sfere interne, poi quando è vicino al pesce viene inevitabilmente e anche attirato dal movimento sconnesso e a scatti che scatena l’ istinto predatorio.
Il recupero dovrà essere effettuato con parsimonia ma anche con decisione, lasciando aperto sempre uno spiraglio di frizione per attenuare le testate e le continue deviazioni del pesce. La decisione nel recupero è importante per evitare al barracuda troppa libertà di movimento e deviazioni eccessive, data la complessità degli spot che il più delle volte portano il filo a strisciare sulla scogliera e con l’inevitabile svantaggio di doversi muovere velocemente su un terreno impervio.
Dall’esperienza segnata da giornate e giornate di pesca a spinning, freddo e vento, pioggia e tempeste, le più divertenti e piene di emozioni sono quelle in cui sottoscoglio viaggia il predatore per eccellenza, il barracuda.
La sensazione di appesantimento eccessivo della canna, il tremolio dovuto al dimenarsi del pesce, un secondo di pura adrenalina quando canna e mulinello si bloccano inizia a scivolare la frizione, parte il filo, si sente un rumore sinistro dovuto allo sfregamento del trecciato sull’apicale. Alla fine ecco apparire la sagoma lunga e affilata del barracuda, la sua livrea frastagliata, la schiuma e le bollate dei colpi di coda, appare la bocca con la potente dentatura.
Ora il pesce è fuori nella sua potente flessuosità, nel suo orgoglio, aggressività, è il predatore predato, ora è vittima, è la natura il mare che dona ancora una volta i suoi frutti.
Un Gran bel articolo,Complimenti Antonio ....
RispondiEliminaDavvero bell articolo!! Cercavo info sulla pesca a spinning in mare, mi é sembrato davvero utile!
RispondiEliminaScrivi molto bene, complimenti. Riesci ad appassionare e a dare informazioni tecnico scentifiche allo stesso tempo, qui sta la tua bravura.
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