In questo articolo si
parlerà del famigerato Pesce Serra del Mediterraneo predatore incontrastato
dei nostri mari di derivazione oceanica meridionale, argomento nella
disciplina dello spinning già noto a tutti per l’estrema bibliografia esistente
in materia e per gli innumerevoli articoli che ne descrivono la maggior parte
delle caratteristiche e dei modi per insidiarlo.
Data la grande e
differenziata divulgazione dell’argomento, per via delle innumerevoli
trattazioni di buon livello, segnalate in tutti i siti della rete, risulterebbe
alquanto ripetitivo e tedioso iniziare con le descrizioni degli habitat e di
quantaltro già noto a tutti, proveremo quindi a fare degli approfondimenti
partendo dalla descrizione del predatore in generale, delle caratteristiche e
modalità che lo inducono all’attacco e di come essi percepiscono la preda e di
conseguenza il nostro artificiale.
Dopo aver
acquisito determinati concetti cercheremo di volta in volta di trasferire quest’ultimi
su chi di predazione se ne intende cioè il Serra.

Si partirà con
una descrizione dei sensi più determinanti che vengono utilizzati per la caccia
dal predatore marino al pesce foraggio e questo concetto è ovvio valrà anche
per il pesce serra che con modalità simili e assimilabili a quelli di ogni
altro predatore utilizzerà questi istinti a pieno titolo per portare a segno i
suoi attacchi.
I sensi più
importanti sono vista udito e olfatto. Escluderei l’ultimo in quanto l’articolo
è soprattutto indirizzato alla lettura di chi pratica spinning. La parte
conseguenziale dell’argomento sarà capire come il serra, predatore per
eccellenza, sfrutta le sue capacità sensorie per percepire la preda e come
organizza le conseguenti modalità di attacco.
Vista del pesce predatore – Cono di Visione e percezione dei colori

Il pesce serra ha una vista acutissima, ma sempre da considerarsi tale nei confronti di altre specie
marine, in quanto bisogna sapere che in generale i pesci hanno una visione limitata
e assolutamente non paragonabile a quella degli animali terrestri. Se si pensa
alla differenza di densità tra acqua e aria allora si comprende facilmente che
per quanto un pesce come il serra sia dotato di vista acuta, essa non potrà mai
arrivare come si suole dire aldilà del proprio naso. Un pesce distingue con
chiarezza gli oggetti, se stanno nella
parte frontale quando questi si avvicinano a una cinquantina di centimetri dal
muso, ancora meno quando passano lateralmente ad esso.
La distribuzione delle
luce nell’ambiente marino è esattamente al contrario di come la vediamo noi
nell’atmosfera, cioè è più scura in profondità e più chiara in superficie e
quindi per tal motivo che il predatore porta i suoi attacchi sempre dal basso
verso l’alto sopraggiungendo sulla preda in condizioni di luce ottimali.
Per
tale motivo i pesci si sono evoluti con una vista che si sviluppa secondo un
cono visuale che va dal basso verso l’alto. Se questo concetto vale per il predatore
sarà anche la stessa cosa per il pesce foraggio che appunto per tal motivo
verrà sempre attaccato dal predatore dal basso, sicuro quest’ultimo di non
essere visto dalla vittima e quindi aumentando notevolmente le probabilità di
successo.
Il cono visuale del pesce è dato da un’apertura circolare con un angolo di 90° simmetrica, quindi se vista in sezione formerebbe un triangolo i cui angoli sulla bisettrice sono pari a 45°. Ciò significa che se il pesce si trova ad 1 m di profondità vedrà sul pelo dell’acqua 2 m di larghezza o meglio 2 m di diametro del cono. Questo fa si che il predatore percepisca solo ciò che passa e transita attraverso il cono descritto.
Il cono visuale del pesce è dato da un’apertura circolare con un angolo di 90° simmetrica, quindi se vista in sezione formerebbe un triangolo i cui angoli sulla bisettrice sono pari a 45°. Ciò significa che se il pesce si trova ad 1 m di profondità vedrà sul pelo dell’acqua 2 m di larghezza o meglio 2 m di diametro del cono. Questo fa si che il predatore percepisca solo ciò che passa e transita attraverso il cono descritto.
Gli schemi di
attacco del pesce serra lo vedono sempre sui fondali a perlustrare la
superficie attraverso il cono visuale.
Quindi, come
spesso capita di vedere, quando le acque del mare sono cristalline, il pesce
serra sta appollaiato sul fondo o in prossimità del piede della scogliera
aspettando che qualcosa, in superficie passi a suo tiro, cioè nel cono visuale.
È in quel momento che a forte velocità si scaglia sulle prede creando
scompiglio tra i branchi di cefali o aguglie che incautamente sono passate nel
suo cono visivo.
Sui colori
percepibili bisogna spendere qualche parola in quanto l’habitat marino è sempre
diverso a seconda della giornata e dello spot, quindi in condizioni di mare
piatto l’acqua assume una colorazione blu mentre se il mare è agitato o in
prossimità di foci l’acqua è più ambrata assumendo una colorazione verde se
ricca di sostanza organica vegetale o giallo ocra tendente al marrone se con
fango e sabbia in sospensione.
Partendo da
questo presupposto e considerato che il mezzo acquatico si comporta come un
filtro allora le colorazioni dei nostri artificiali assumeranno un tono
completamente diverso da come noi lo vediamo
fuori dall’acqua.
La cosa
importante per lo spinner è scegliere dei colori che contrastino il più
possibile con lo sfondo al fine di rendere maggiormente visibile l’esca, quindi
- in acqua limpida tendente al blu il maggiore contrasto lo da il giallo
- In acqua ricca di vegetazione e tendente al verde il maggiore contrasto lo da il rosso e le tonalità affini arancio rosa viola ecc….
- In acque sporche tendenti al giallo marrone il maggiore contrasto è dato dal rosso
- Bianco e nero vanno bene in qualsiasi situazione in quanto creano il massimo contrasto sempre e comunque
Diversamente a
quanto si pensa i colori specchianti e vicini al blu tendono a creare dei
riflessi dell’habitat circostante riflettendo i colori esistenti ed eliminando
il contrasto e di conseguenza impedendo la visualizzazione dell’esca.
Ci sono casi in
cui questa scelta potrebbe risultare vincente e in particolare quando il
predatore si avvicina con estrema cautela e risulta diffidente nei confronti
dell’esca. In tal caso il serra percepisce suoni e vibrazioni ma non riesce a
distinguere la preda e pertanto si avvicina e attacca con più foga utilizzando
solo la percezione sensoriale dovuta alla sua linea laterale. Cioè
nell’incertezza e nella scarsa visibilità della preda attacca senza alcun
indugio con l’istinto di averne con chiarezza percepito il movimento. È come
quando si pesca la trota con il rotante. Esso viene attaccato solo per effetto
dei riflessi generati dal cucchiaio e le vibrazioni prodotte dal rotante.
Percezione delle variazioni pressorie e linea laterale

Quindi tutto
questo lascia facilmente intuire che la fauna acquatica vive in un ambiente
dove le variazioni di pressione sono molto più sensibili che sulla terraferma e
dove inoltre per le proprietà fisiche dei fluidi e la loro differenza di
densità i suoni si propagano con velocità tripla e cioè con variazioni di onde
pressorie molto più elevate

Tutto in acqua
provoca differenze pressorie percepibili. I movimenti, i suoni, sono situazioni
che rendono attraverso adeguati organi la realtà ancora più chiara di quanto
ognuno di noi possa minimamente immaginare.Per intenderci i pesci
non sentono i suoni come li sentiamo noi ma li percepiscono a livello di
variazioni pressorie. Tutto questo avviene attraverso un organo, collegato al
sistema nervoso che si chiama linea laterale.

Pensate a quando
siamo in acqua e sentiamo qualcosa che ci passa vicino, ora amplificate questo
effetto per centinaia di volte e arriverete a capire come il pesce percepisce
le variazioni di pressione impresse dagli oggetti che si muovono nell’acqua.
Per attirare i
predatori quindi è necessario utilizzare modi e metodi che possano ricondurre
la percezione del predatore ad uno schema a lui conosciuto cioè quello
anzidetto di una variazione di pressione ma che per via della sua abilità percettiva
esso riesce a scindere nelle varie tipologie.
A seconda di
come l’onda di pressione arriva e a seconda della frequenza di arrivo, per il
pesce assume un certo significato o un altro. Insomma sarebbe come dire che per
noi sullo spot di caccia il grugnito del cinghiale è diverso dal rumore del colpo
di tosse del cacciatore vicino.
Quando si insidia il pesce bisognerà capire a fondo questo concetto ritenuto indispensabile affinchè si ricrei nel movimento dell’esca e dell’artificiale lo stesso schema sensorio che ha il predatore nel percepire la preda.
Quando si insidia il pesce bisognerà capire a fondo questo concetto ritenuto indispensabile affinchè si ricrei nel movimento dell’esca e dell’artificiale lo stesso schema sensorio che ha il predatore nel percepire la preda.

La traina
eseguita dallo spinner risulta pertanto complessa perché in un breve percorso
bisognerà affidare all’abilità dell’angler questo schema percettivo del
predatore.
I consigli che si
consumano su questo argomento sono tantissimi ma pensare come un pesce è sempre
la cosa più complicata.
Il Rattling della
nostra esca è già la metà del percorso, in quanto studiato dai costruttori per
essere attrattivo, ma da solo non basta, in particolare quando il pesce serra
si trova in uno stato di impassibilità e scarsa attività predatoria, allora e
in questi momenti che bisogna applicare tutta la maestria ed esperienza per
stimolare l’istinto assassino del pesce.

Anche i minnow sono efficaci col pesce serra, in particolare se essi risultano abbastanza gestibili sotto l’aspetto del recupero, cioè dovranno rispondere adeguatamente alle sollecitazioni affinchè gli si possa imprimere movimenti strani e sconnessi. Meglio se si aggiunge attraverso lo schema di recupero un movimento che crea frequenti fuoriuscire dell’artificiale dall’acqua.
Con questa tipologia di
recupero l’esca assume un aspetto attirante e appetibile e direi, dalla mia
esperienza vissuta, che in tale situazione ci dobbiamo sempre aspettare massima
reazione e attività del pesce serra.

Ottima esca L'alice Bait attirante per il particolare effetto rolling e per la paletta esigua che consente il movimento dell’artificiale sotto il pelo dell’acqua e una buona risposta alle jercate alle quali si associano all’esca sempre sbandate complesse.
Ottima anche
come esca il Vendetta 173 SSTACKLE che ben si adatta alle situazioni per una sua intrinseca
proprietà a produrre, sotto l’effetto delle jercate sviate importanti e
sostenute che lo rendono particolarmente appetibile. In particolare questo
minnow risulta adatto e particolarmente catturante con mare formato.
Si consigliano
sempre e comunque minnow di misura dal 110 fino ai long muniti di paletta
esigua che viaggino su profondità limitate e quasi vicine al pelo dell’acqua.
Habitat e Spot – Dove cercare il Pesce Serra e dove è più probabile trovarlo

Direi però che
ancora si può tentare di esprimere un concetto non a tutti conosciuto e di
difficile lettura. Andremo avanti per gradi.
Come tutti
sappiamo il pesce serra si è insediato da poco nel mediterraneo risalendo le
correnti oceaniche del lato occidentale del continente africano dove è presente
in grandi branchi e grossi esemplari. Per tal motivo e perché esso si è evoluto
in acque temperate, nel mediterraneo è sempre alla ricerca di situazioni più
consone al suo metabolismo, quindi sempre alla ricerca di sacche di acque più
tiepide dove nutrirsi.
Nei mesi estivi e in
particolare nei primi giorni dell’autunno, quando le acque del mediterraneo,
dopo la forte esposizione ai raggi solari estivi, si sono riscaldate
raggiungendo a volte valori quasi riconducibili agli oceani a latitudini
temperate è facile beccare il serra anche nei posti più impensabili ed e altrettanto
facile trovarlo in eccitazione e frenesia alimentare.
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Del tipo che
arrivi sullo spot fai due lanci e già è agganciato al tuo artificiale.
Nei mesi
primaverili o in autunno quando iniziano le prime piogge e i fiumi si
ingrossano e cominciano a portare acque fredde allora il serra inizia a
diminuire l’attività oppure i primi esemplari scelgono amaramente di spostarsi
al largo in acque con temperature più stabili e più calde.
Come inizia
questo periodo di stanca allora la ricerca diventa più difficile e stabilire lo
spot ideale non è sempre banale.
Come tutti
sappiamo il sole produce un riscaldamento nella parte superficiale delle acque
che ne provoca una diminuzione della densità costringendo quest’ultima, per la nota legge di Archimede, a mantenere una
posizione più alta e stabile rispetto ai fondali.
In tale
situazione, se e come spesso accade nelle stagioni di mezzo si sviluppano venti
di superficie, questi finiscono con lo spingere i lenti di acqua calda prossime
al pelo libero in zone chiuse o negli anfratti delle scogliere e il moto ondoso
conseguente rimaneggiare queste masse di acqua calda formando delle vere e
proprie sacche a volte anche di volume notevole che assumono un gradiente
termico superiore anche di 3-4 gradi rispetto alle zone adiacenti.

A questo si
aggiunge che tali zone sono predilette anche dal pesce foraggio che ne trova
giovamento sia per la maggiore temperatura che per la presenza di alghe e
nutrimento di vario genere.
Pertanto risulta una buona zona di caccia per il pesce serra e per lo spinner deciso ad effettuare la cattura della sua più agognata preda.
Pertanto risulta una buona zona di caccia per il pesce serra e per lo spinner deciso ad effettuare la cattura della sua più agognata preda.
Si consiglia in
questi casi, di effettuare lanci precisi che ricadano in corrispondenza delle
sacche di acqua più tiepida, cercando di mantenere una posizione geometrica che
sia, nella direzione di recupero, obliqua rispetto alle increspature del mare
in modo tale che si crei più turbolenza e quindi maggiore visibilità dell’esca
per i motivi sopra detti.
Spesso accade
che in questi punti il Serra lo si trova in una situazione di frenesia tale che
attacca l’esca ancor prima che essa tocchi il pelo dell’acqua.
Concludo
sperando di aver dato un contributo alla ricerca e ai modi per pescare il Pesce
Serra partendo dal concetto primario che esso rappresenta sui nostri spot il
predatore per eccellenza, di conseguenza ho cercato di analizzarne i suoi
primari istinti e gli schemi percettivi per poi far emergere i suoi schemi di
attacco nonché gli spot ideali dove con più probabilità poterlo insidiare.
Passione Spinning Catanzaro
Articolo svolto da Antonio Vonella : Staff Team
Copyright © 2012 – 2013
Copyright © 2012 – 2013
Complimenti per l'eccellente articolo svolto ti sei superato Antonio....
RispondiEliminacomplimenti..un bell'articolo..sotto certi punti di vista..anche molto tecnico..
RispondiEliminaGrazie per i complimenti ma sopratutto per l'affetto e la stima.
RispondiEliminaCOMPLIMENTI ING. ANTONIO, ARTICOLO RICCO DI CONTENUTI INTERESSANTI E UTILI, MA NON SOLO... SEI ANDATO TALMENTE TANTO NELLO SPECIFICO DA STUDIARE ADDIRITTURA LA BIOLOGIA DEL PESCE PREDATORE, COME SOLO UN BUON SCIENZIATO E UN OTTIMO PESCATORE SPORTIVO FAREBBE... COMPLIMENTI DI NUOVO, SEI DAVVERO UNA PERSONA COLTA E PIENA DI SAGGEZZA E PROFESSIONALITA'
RispondiEliminaCondivido il tuo parere Lorenzo, avere una persona del genere in squadra e'un onore
RispondiEliminagrazie lorenzo per le bellissime parole che valgono doppie per la stima che tu sai nutro nei tuoi confronti
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